Con oggi termina ufficialmente e formalmente la Fase Uno. Mi piacerebbe dire che in questo nuovo capitolo ci lasciamo alle spalle lo shock e la confusione, l'angoscia e il dolore per le perdite, la paura e l'ansia dell'attesa, ma non è così, lo sappiamo. Porteremo con noi questo bagaglio speciale ancora a lungo.
Siamo consapevoli di tutto, non serve neanche guardarci in faccia per saperlo. Siamo tutti nella stessa barca, almeno dal punto di vista emotivo. E' come se vi vedessi quando vi mettete a letto, quando vi svegliate, quando fate colazione e quando vi fermate a guardare gli spiragli di cielo che le vostre finestre vi concedono. E' andata così. E' successo.
La vita è andata avanti con lo stesso cinismo con cui procede anche dopo un lutto, scorrendo indisturbata. Ci ha riservato momenti di sconforto, ma anche di ilarità e noi con lei abbiamo continuato semplicemente a vivere. Abbiamo continuato ad attendere i famosi giorni migliori, la bella stagione, portando sulle spalle un magone condiviso.
Non pensavamo durasse così tanto la Fase Uno, anche se in fondo i cinesi ci avevano mostrato la strada e sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata tra i ciliegi in fiore. Eppure, le nostre case ci hanno protetto e hanno consentito a questo periodo inimmaginabile di passare, nonostante tutto.
Ora, per quanto sia difficile, abbiamo bisogno di ricominciare. Almeno di provare a farlo. Ce n'è bisogno non solo per risollevare l'economia o per testare le reazioni della curva epidemiologica.
Noi, tutti, abbiamo bisogno di uscire per affrontare faccia a faccia quel mostro di cui finora abbiamo solo, per fortuna, sentito parlare o visto da lontano. Isolarci per indebolirlo è stato fondamentale, ma ora non confrontarsi con lui e con la situazione che ha generato, restando rintanati, significa farlo diventare sempre più grande.
Siamo i sopravvissuti, siamo quelli che ricostruiranno la realtà senza sapere bene come, ma giorno dopo giorno troveremo il modo. Con la stessa naturalezza con cui abbiamo imparato a realizzare nuove ricette, a costruire i pupazzetti con i rotoli di carta igienica, solo con un po' di paura in più e senza libretto di istruzioni, ma così è.
Cambia il terreno di giorno. Finora abbiamo giocato in casa, ora andiamo in trasferta e sappiamo che sarà più difficile la partita, che dovremo mettere in campo nuove strategie. Essere estremamente cauti.
In alcuni momenti ci capiterà di non sapere neanche contro chi stiamo combattendo, non ci sentiremo supportati dalla nostra stessa squadra, ci mancheranno le motivazioni e forse qualche gol lo prenderemo.
Ma non è più il tempo del conforto, della presa di coscienza, dello sdrammatizzare per non pensarci troppo. Adesso è il tempo di fargli il culo a 'sto stronzo. Perchè si è già preso troppo e non possiamo permettergli di prendersi la nostra indispensabile normalità perchè senza questa, non c'è neanche tutto il resto. E io rivoglio pure tutto il resto.
Non so come andrà, se arriverà prima il vaccino o l'immunità di gregge o nessuna delle due. Se il virus si dissolverà magicamente con l'estate, se c'entra l'inquinamento dell'aria, se era tutto un piano di Bill Gates. Io non-lo-so. Accettiamo di non poter sapere queste cose perchè nella vita non facciamo i virologi, i biologi o gli agenti speciali della CIA.
Quello che so è che dobbiamo affrontare questa Fase Due per provare a tornare a quello che ci piaceva fare, per riprenderci pian piano pezzetti di vita magari non così straordinari, ma ugualmente indispensabili. Perchè senza la fatica non ci sarebbe il riposo, senza il lunedì non ci sarebbe la domenica e io rivoglio la domenica perchè mi sono *rotta il cazzo* di vivere nel Giorno della Marmotta!
Rivoglio il bagno al mare, le cene in pizzeria, i matrimoni con 350 persone, i concerti, i viaggi, le foto di gruppo tutti stretti che se no non c'entriamo.
Voglio tornare ad abbracciare mia sorella, mia nipote i miei genitori, i miei amici e tutti i miei cari.
Quindi, daje. Riprendiamoci oggi la normalità, per avere domani la straordinarietà.
In bocca al lupo a tutti e grazie per aver seguito fin qui i miei diari semiseri.
A presto
M.
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