Non ce la facciamo più. Gli umori delle persone sono ad un livello bassissimo. Provare a riderci su ci ha quasi stancato. Piangere non serve. Incazzarci, ma con chi? Gli esercizi di meditazione durano tre minuti. Stiamo sempre a mangiare, ma non ci saziamo mai.
Vaghiamo per casa in attesa che scorra il tempo.
Lavoriamo, per chi ha la fortuna di fingere di avere ancora una vita grazie allo smart working, come degli automi in attesa di una notizia dal nostro presidente Conte verso il quale si è ormai spenta la fiamma dei primi giorni.
L'unica novità di questi giorni sta nella quarta stagione de La casa di carta che sto provando a razionare, come le scorte alimentari, vedendone solo una puntata a sera, ma tanto poi sulla bacheca di Facebook trovo sempre qualcuno che spoilera il finale e quindi ormai neanche quella è più una novità.
Le giornate sono sempre tutte uguali e il tempo non vuole passare. D'altra parte, però, è trascorso quasi un mese e ci chiediamo “Ma come cavolo facciamo a ritrovarci già a 28 giorni dopo?”, riflettendo immediatamente sul fatto che era anche il titolo di un film apocalittico e creando così un corto circuito nella nostra testa che ci porta a desiderare la criogenizzazione fino a Natale 2022.
Una cosa positiva che ho riscontrato oggi è che al tg iniziano a parlare anche di qualcos'altro. Dopo due mesi di notizie solo ed esclusivamente sul Coronavirus, oggi ho sentito di sfuggita che la giornalista stava parlando di qualcosa di diverso. Solo che non ricordo bene cosa, perchè in realtà ero sintonizzata ma guardavo solo lo schermo, non ascoltavo. Un po' come quando qualcuno mi parla di un fatto che non mi interessa e solo all'ultimo mi accorgo che invece mi interessava, cazzo!
Pochi minuti fa, invece, Conte ha detto che stiamo imparando nuovamente a essere Italiani, che il nostro sacrificio è stato fondamentale. Caruccio. Però il resto non l'ho proprio ben capito e mi chiedo se è normale o se non stia diventando anch'io un'analfabeta funzionale.
Vabbè, penso che in fondo non sia così importante capire tutto, almeno non ora. Adesso l'importante è resistere e ognuno lo fa a suo modo.
Che sia il caffè la mattina, preso sempre nella stessa maniera, sempre guardano lo stesso punto fuori dalla finestra; che sia il modo di mettersi il pigiama, sedendosi al bordo del letto come si è sempre fatto; che sia scrivere una pagina di diario ogni giorno per mettere in fila i pensieri.
Quindi ecco, nonostante l'apatia, la noia e la fragorosa rottura di palle raggiunta, mi sembra di intuire che ognuno di noi si stia riservando un piccolo spazio di resistenza per restare aggrappato alla vita com'era prima.
Così, giusto per non farsi trovare impreparati quando ce la daranno indietro. E tanto basta.
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Nella foto trovata nell'archivio dell'anno scorso, un tunnel in cui la luce non sta in fondo ma nel mezzo. Boh, ho pensato che metaforicamente poteva sollevarci lo spirito. Casomai la tolgo.
#resistiamo #vinciamonoi #restiamouniti #andràtuttobene #iorestoacasa