La situazione sta assumendo tratti tragicomici. Leghisti che occupano il parlamento dopo aver condotto crociate contro i centri sociali; tamponi obbligatori per tutti quelli che tornano in regioni in cui, se già ci vivi e hai la febbre, per avere un tampone fai prima a uscire e rientrare.
Meno male che questa quarantena è quasi giunta al suo epilogo, altrimenti chissà quante altre ne dovremmo sentire. E meno male che, con lei, anche questo diario sta per concludersi, altrimenti non saprei davvero più di cosa scrivere per mantenere il livello sul politically correct o nazional popolare.
Non è che tutte le sere posso raccontare cosa sfornerà per cena la mia cucina, altrimenti diventerebbe un diario di ricette e da semiserio cambierebbe nome in semifreddo o semicotto, visto che non azzecco quasi mai i tempi di cottura.
Oltretutto non vedo l'ora di approfondire temi che, data la linea leggera che ho voluto dare a queste pagine, non si presterebbero ad essere trattati in un contesto nato appunto per far rilassare la gente.
Insomma, voglio tornare a fare sana polemica, ecco. Basta con questi post acchiappa cuori in cui a commentare sono sempre mia zia, mia sorella, Fabio e Daniela. Pure Valerio s'è stancato ormai.
Voglio tornare a quelle invettive contro i poteri forti che erano concesse quando la vita non era ancora un campo minato, quando si sapeva sempre con chi prendersela e a chi dare la colpa.
Voglio la normale amministrazione, i commenti opposti e contrari a quello che scrivo. L'amico bastian contrario che puntualmente non è d'accordo con me e lo fa presente sotto quello che scrivo con risposte più lunghe del mio stesso post.
Non so più che dire per spronare a non farsi schiacciare dall'angoscia, dalla paura, dall'ipocondria, dal senso di fine imminente che ci accompagna. Inoltre, ho finito le foto del mare e mi rendo conto che la montagna, per quanto affascinante, non è la stessa cosa.
Potrei parlare di me, dei miei affetti, dei miei progetti futuri, ma anche sticazzi direte voi. Con piena ragione, tra l'altro. Non nego, però, che mollare proprio adesso mi sembra una mossa da sfigati.
Ho tenuto botta per 52 giorni cercando ogni sera di conciliare il mio ruolo di angelo del focolare di casa mia con quello di guida spirituale semiseria per gli amici di Facebook e tutto questo non può essere cancellato da un colpo di spugna. Boh, mi piaceva chiosare così.
Quindi, mi preparo a questi ultimi giorni di isolamento e di diario cercando di ricaricare le energie per continuare a provare a strappare un sorriso fino al 4 maggio, data in cui, pure se non ho capito bene che succederà, potremo considerarci fuori dalla fase 1, quella in cui c'era bisogno di sdrammatizzare, restare uniti e sperare.
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In foto, un cartello durante la manifestazione contro il cambiamento climatico, quando venne Greta a Roma.
#risorgeremo #passerà #vinciamonoi #restiamouniti #andràtuttobene#iorestoacasa