07 Apr
07Apr

Oggi è volata. C'è una specie di leggerezza nell'aria, tipica della Primavera avanzata. E' sempre stata, questa, una fase dell'anno elettrizzante, capace, se chiudi gli occhi, di portarti quasi in spiaggia. Sarà per questo che per tutto il giorno ho avuto in mente la canzone di Alex Britti, quella che fa “Anche qui. Può arrivare l'odore del mare a prenderci”. Magari.
Ieri sera mi sono perfino addormentata provando a decidere cosa sognare. Non so se è un tentativo che fanno a volte anche le altre persone, quelle normali dico. Vabbè, io ogni tanto lo faccio. Tipo se sono triste provo a sognare qualcosa di allegro, se sono stressata provo a sognare un'isola tropicale e un cocktail in mano. Insomma, se i sogni son desideri possibile che non possiamo sognare quello che ci pare? In linea di massima no, però ogni tanto ci sono riuscita. 
Non stanotte, no. Perchè poi al risveglio mi giravano le scatole peggio di prima. 
Sarà colpa della puntata di Report di ieri sera, non so.

Comunque poi oggi è andata meglio. Ho cucinato una pasta col cavolfiore senza eguali. Quanto mi piace il cavolfiore. Sembra un alimento un po' introverso, così complesso e difficile da districare invece alla fine è di una tenerezza sconfinata. Ma la simpatia del cavolfiore, ne vogliamo parlare? Più simpatico di lui c'è solo il broccolo siciliano, quello che sembra un alberello fatto di tanti piccoli alberelli (qui mi sembro un personaggio della Melevisione). 
Anche il broccolo romanesco è bello, anzi lui è molto più bello, però è anche più sofisticato, con quelle punte, quella perfezione che sembra studiata da un team di architetti e ingegneri della Nasa. Ce l'hanno gli architetti alla Nasa? Boh.

Comunque, scherzando e ridendo, pure oggi è andata. E finalmente è ora di tornare a sedersi a tavola. Quasi quasi mi sono abituata. Sì, forse oggi per la prima volta mi sento ben stanca, di quella stanchezza che dà soddisfazione, che ti prende quando torni a casa dopo due ore di palestra, dopo una giornata di lavoro in miniera, dopo una scampagnata ignorante di quelle da 15 litri di vino in 12 e tre so' astemi.

Non me la spiego neanche io 'sta cosa, però è così. 
Sono stanca, ma contenta. E vi giuro che non assumo nulla. 
Che ne so, forse queste piccole buone notizie che iniziano ad arrivare dalla Protezione Civile ci fanno sentire un po' più utili, ci fanno percepire che il sacrificio di oggi è servito a qualcosa.

In fondo in questo periodo ognuno fa il suo e alla sera, quando tutto ci sembra finire, ci ritroviamo uniti a distanza seduti alle nostre tavole e poco importa se abbiamo salvato vite, guidato mezzi pubblici, multato 300 persone uscite senza un valido motivo, battuto 600 scontrini o semplicemente evitato con tutte le nostre forze di varcare la soglia di casa. A fine giornata l'unica cosa che vogliamo sapere è se i nostri sforzi siano stati vani o meno.
Beh, forse oggi un bravi tutti, magari sottovoce, ce lo meritiamo.

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Nella foto uno stabilimento chiuso a rappresentare quello che ho sognato stanotte. E niente, è un periodaccio...

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Ah, sulla foto c'è la firma per 'sta cosa del blog che avrei aperto dopo anni di "Devi assolutamente aprire un blog!"... Anche se mi sento abbastanza ridicola ad aver aspettato una pandemia per farlo... Comunque, vabbè, si chiama La zona rossa e raccoglie tutte le pagine che avete già letto, tutto qui. Anzi, grazie. 
Poi magari in tempi migliori mi compro un dominio.

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