Oggi ho fatto lo yoga della risata. Ne volevo parlare alle mie amiche durante l'aperitivo ma non si capiva niente, voci che si sovrapponevano, mariti che si materializzavano, cene che attendevano di essere preparate, bambini che reclamavano le loro sacrosante attenzioni con l'insistenza di chi è recluso in casa da giorni e, pure se saprebbe spiegare a tutto il mondo il motivo della quarantena in un tutorial su youtube, in realtà quando guarda fuori vorrebbe solo andare al parco.
Allora ho pensato: “Mo se gli dico che oggi pomeriggio ridevo da sola in soggiorno mi menano a distanza”. E ho lasciato perdere.
Certo, già non è facile gestire questo momento dal punto di vista non solo organizzativo, ma anche e soprattutto emotivo, tra crisi di panico, attacchi di fame, tachicardie, ansia e nervosismo, se poi hai dei figli immagino che la valeriana sia l'unica via.
In effetti, non mi ero mai soffermata a pensarci in questi 12 giorni, ma forse essere genitori ora, in questa delicatissima fase della storia dell'umanità, significa vivere tutto in maniera amplificata.
La paura? Amplificata. Il coraggio? Amplificato. La speranza? Amplificata. La pazienza? Quella non lo so, ci devo pensare.
Se io avessi un figlio in questo momento, penso che una settimana di isolamento mi sembrerebbe un mese, le file di un'ora per entrare al supermercato mi sembrerebbero due e le docce non sarebbero mai troppo lunghe e i pisolini sempre troppo corti. E forse sentirei il desiderio di ricominciare a fumare. Ma più di tutto guarderei quei nani che girano in casa senza una reale meta magari aspettandosi di trovare una maestra d'asilo dietro la porta della cucina e penserei con un nodo nello stomaco: “Dio ti prego falla sparire subito sta cosa assurda che c'è capitata”.
E niente, giusto per mettere un po' d'ansia in più ai miei amici con figli, volevo dire che da oggi oltre ai medici, farmacisti, camionisti, giornalisti, cassieri, operai e forze dell'ordine (tutto declinato anche al femminile, ovviamente) nell'elenco dei miei eroi ci sono anche i genitori. Scusate se ho impiegato 12 giorni, ma è difficile mettersi nei panni degli altri già quando le cose vanno bene, figuriamoci durante una pandemia.
Comunque lo yoga della risata è una cosa troppo bella. Un po' strana all'inizio, quello sì, ma se ti lasci andare per qualche istante ti sembra che sta cosa assurda non ci sia mai capitata.